Negli Uffici Territoriali si “galleggia a vista”
Recentemente, in alcuni uffici territoriali è circolata una comunicazione, indirizzata agli ispettori tecnici in possesso del titolo di Ingegnere, con riferimento alla partecipazione alle Commissioni Tecniche di competenza dell’Ispettorato, che, secondo norme specifiche (ad es. Commissione Generatori di Vapore, Commissione sostanze esplodenti, Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione incendi, Commissioni radiazioni ionizzanti, ect), richiedono la designazione di tali figure in rappresentanza degli IITTL. Infatti, a seguito di un monitoraggio sui titoli di studio posseduti dal personale “tecnico” degli Uffici, è stata evidenziata che la disponibilità, anche per la partecipazione a Commissioni in territori diversi da quello di appartenenza, potrà essere tenuta in debito conto in sede di valutazione della performance dei funzionari coinvolti.
È ormai prassi consolidata la partecipazione di ispettori tecnici ingegneri a tali commissioni che, mossi da spirito di servizio e per il buon andamento dell’Ente, superando spesso anche criticità logistico-organizzative, in particolare quando queste commissioni si svolgono in una provincia diversa da quella di appartenenza, assicurano il servizio richiesto nonostante:
- non è stata mai fatta una specifica formazione e senza che vi sia un coordinamento nazionale;
- non viene riconosciuto alcun gettone di presenza;
- tali commissioni comportano enormi assunzioni di responsabilità, per esempio nel ritenere idonei i partecipanti alle commissioni d’esame (generatori di vapore, addetti alla manutenzione degli ascensori), o, ancora più pesantemente, esprimono pareri riguardo aspetti di prevenzione incendi per aziende a rischi d’incidente rilevanti (CTR) o nell’utilizzo di sostanze o macchine radiogene;
- per le missioni non è possibile usare il mezzo proprio, perché ai sensi del comma 213 della L. 23.12.2005, n.266, non essendo attività ispettiva, non può essere autorizzato, causando notevoli disagi, visto che spesso i luoghi in cui si svolgono tali commissioni non sono agevolmente collegati con i mezzi pubblici;
- l’orario di viaggio non è considerato utile ai fini del riconoscimento del rimborso del pasto o dell’eventuale lavoro straordinario, in quanto pur rientrando nell’orario di lavoro non è orario di servizio, come invece, tale riconoscimento è stato attribuito ad alcune altre attività e relativo personale oltre a quella ispettiva (paragrafo 11 dell’allegato 1 alla nota prot. n. 342 del 6 luglio 2018);
- in molti uffici non è riconosciuta l’indennità supplementare prevista dall’art. 14 della Legge n. 836 del 18/12/1973, perché si conosce bene il comma 213 della L. 23.12.2005, n.266 che ha abrogato tale indennità, ma non si consce il successivo comma 213-bis in cui è prevista la deroga per il personale ispettivo del Ministero del Lavoro (lo siamo ancora?)A ciò si somma il fatto che tali commissioni non trovano una precisa collocazione tra la attività della direttiva di II livello ai fini della valutazione della performance, tanto che devono essere inseriti senza uno specifico codice obiettivo, però adesso possono essere “debitamente” valutati per il raggiungimento degli obiettivi individuali.
Insomma indicazioni che rappresentano l’ennesima ed amara ciliegina sulla torta per il personale tecnico, che invece di essere valorizzato e premiato per la disponibilità, professionalità e gravose responsabilità assunte in tali consessi (senza alcun riconoscimento), gli si indirizzano toni quasi intimidatori, scaricando su di loro le disfunzioni strutturali dell’INL dovute alla mancanza di ingegneri.
Tale situazione è nota da anni ai vertici dell’INL che, invece, facendo orecchie da mercante, hanno pensato bene di bandire un concorso per ispettori tecnici in possesso di lauree generiche. Sarebbe stato più auspicabile e nella naturalità delle cose, invece, che considerato anche l’allargamento delle competenze sull’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza a tutti gli ambiti lavorativi, si indiceva uno o più concorsi per il reclutamento di specifiche professionalità tecniche: ingegneri, architetti, chimici, fisici, biologi, tecnici della prevenzione, etc.. Invece ci troveremo, con tutto il rispetto per tali professionalità con laureati in lettere, filosofia, psicologia, etc a fare attività di vigilanza per la prevenzione degli infortuni.
Ormai, nonostante le reiterate sollecitazioni ed i molteplici suggerimenti indirizzati ai vertici INL, non si può che prendere atto delle aberrazioni presenti, amplificate irrimediabilmente dalle scelte degli ultimi anni,
A tutto ciò si aggiungono situazioni più fantasiose come quella degli ispettori della ITL di Roma a cui è stato chiesto in questi giorni di notificare brevi manu gli atti ed i verbali non essendoci più risorse sul capitolo delle spese postali.
Forse i tempi sono maturi per una bella programmazione: la chiusura dell’INL!