PIANI DI LAVORO 2013

MA CHI CI CREDE?

 

“Ciascun dirigente è quindi tenuto ad individuare, nell’ambito delle direttive ministeriali sull’azione amministrativa , gli obiettivi, le linee di attività o i prodotti più significativi sui quali convogliare il personale, con la doppia finalità di rendere trasparente l’intero percorso nei confronti del valutato e procedere, poi, ad una corretta valutazione di tutto il personale. Nelle more del rilascio delle direttive ministeriali , il responsabile di ogni struttura , individua le linee di attività/prodotto  sulle quali proporre l’incentivazione, prospettando soluzioni per il progressivo allineamento rispetto ai sopraggiunti obiettivi ministeriali.

 

 Per perseguire questi scopi è necessario, quindi, che ogni dirigente, in ossequio alle vigenti disposizioni normative, proceda alla puntuale e accurata definizione dei piani operativi e individuali con il coinvolgimento di tutto il personale a disposizione. I piani di lavoro, da predisporre sulla base dei fac simile forniti in allegato, dovranno essere poi consegnati al personale e, in copia, conservati agli atti dell’Ufficio”.

 

 

 

Vogliamo prendere spunto da questa circolare del 17 aprile 2013 con la quale si è dato avvio alla compilazione dei Piani di lavoro INDIVIDUALI per l’anno 2013 perchè ci sembra significativa dello scollamento che esiste tra il centro ed i territorio.

E ancora di piu ci sembra evidente la distanza tra quello che si scrive e quello che succede realmente.

I problemi sono molti e diversi tra loro.

 Innanzitutto diamo per scontato, perché lo sanno tutti, che in nessun ufficio del territorio nessun dirigente si è preso la briga di individuare “nell’ambito delle direttive ministeriali gli obiettivi , le linee di attività o i prodotti piu significativi sui quali coinvolgere il personale”, come dice la circolare

Ci chiediamo allora a che serve perdere tempo a scrivere un piano di lavoro ed a sottoscriverlo se viene semplicemente trascritta l’attività svolta normalmente dai colleghi .

 Ci sono poi casi in cui si identifica l’obiettivo numerico dell’ufficio territoriale con l’obiettivo individuale dei lavoratori e quindi l’operazione è facile: si divide il numero di accessi ispettivi previsti per quell’ufficio per il numero degli ispettori ed il gioco è fatto.

C’è anche la variante di indicare un numero di pratiche rigorosamente uguale per tutti i lavoratori

Succede allora che c troviamo di fronte a tanti piani di lavoro tutti uguali dove non si prendono nemmeno in considerazione situazioni macroscopiche come ad esempio se il dipendente usufruisce di legge 104 od è in part-time.

E a fronte la richiesta di chiarimenti e modifiche la spiegazione è che non si può fare diversamente altrimenti non si arriva all’obiettivo fissato dal Ministero, ragionamenti crediamo che non hanno nessun significato se non la totale non conoscenza di tutto quello che è stato scritto fino ad oggi sui piani di lavoro individuali

Così come non crediamo esista un solo motivo perché il singolo lavoratore dovrebbe firmare un piano di lavoro che tutto è meno che individuale

Per non parlare poi della “trasparenza dell’intero percorso nei confronti del valutato” visto che i piani di lavoro vengono predisposti se va bene,quando sono già passati quattro o cinque mesi dall’inizio dell’anno, che non esistono in quasi nessun ufficio territoriale le verifiche intermedie, e che infine a volte la fantasia è tale che viene chiesto di sottoscrivere un piano di lavoro individuale dove non c’è un obiettivo certo ma individuabile solo in un momento comunque successivo alla sottoscrizione dello stesso.

Questa è di fatto la situazione generalizzata sul territorio, ed è chiaro che una segnalazione riferita ad uno od altro ufficio non risolverà il problema.

Non ci interessa tanto additare i dirigenti incapaci quanto salvaguardare il personale da un sistema che non funziona e che quindi può essere soltanto o inutile o penalizzante.

La situazione non è nascosta, anzi, è tranquillamente verificabile considerato che quando ci si trova di fronte a piani di lavoro individuali tutti uguali non può non nascere il dubbio che qualcosa effettivamente non funziona

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: