FLASH N.16 2023- LE “NUOVE” FAMIGLIE PROFESSIONALI

Questa O.S. non ha firmato l’Accordo integrativo sulle Famiglie Professionali.
Si trattava di un passaggio obbligato in base al CCNL delle Funzioni Centrali, che avrebbe potuto essere un’occasione importante per l’effettiva riorganizzazione di un Ente come INL che, seppur giovane, già presenta evidenti acciacchi, ma si è rivelato abbastanza inutile da un punto di vista sostanziale.
I motivi della mancata sottoscrizione sono svariati e riteniamo giusto riassumerli, poiché la nostra mancata firma non rappresenta certamente una presa di posizione ideologica, ma una decisione ponderata, anche in previsione delle future battaglie sindacali che intendiamo mettere in atto nei prossimi mesi per riportare al centro del progetto l’attività ispettiva.
– L’accordo non contiene alcuna novità concreta rispetto al passato dal punto di vista organizzativo, nel senso che le Famiglie Professionali riproducono di fatto i vecchi Profili Professionali, con l’unica circostanza degna di nota di un accorpamento delle Aree I (peraltro in via di estinzione) e II con l’Area III. In sostanza, le varie Aree convivranno all’interno delle diverse Famiglie con compiti e mansioni chiaramente differenziati (con la curiosa eccezione delle Famiglie Ispettive, che avranno al loro interno solo Funzionari di Area III).
– Non è presente alcuna specifica previsione di un supporto amministrativo per le Famiglie degli Ispettori Ordinari e Tecnici. Due possono essere le interpretazioni di questa scelta anomala, che abbiamo contestato nel corso degli incontri con l’Amministrazione: o gli Ispettori sono Funzionari talmente bravi, autosufficienti e rapidi nel portare avanti il proprio lavoro e sono dotati di una strumentazione talmente moderna e di applicativi così raffinati da non avere la necessità di alcun aiuto amministrativo oppure il loro carico di lavoro è assolutamente sproporzionato, poiché devono svolgere oltre alle funzioni loro assegnate in materia di vigilanza anche i compiti amministrativi che ne discendono. Si è sempre discusso della necessità di costituire delle segreterie della vigilanza, che dovrebbero sgravare gli ispettori dagli adempimenti burocratici connessi all’attività di vigilanza, ma nell’accordo questa eventualità è del tutto esclusa. In sostanza, le Famiglie Ispettive rimangono le uniche che dovranno fare tutto da sé. Non che questo rappresenti un particolare problema per gli Ispettori, ormai da anni abituati a sopperire alle (presunte o reali) carenze di organico ovvero alla disorganizzazione imperante in molti Uffici periferici, ma questa precisa scelta appare davvero discutibile, visto che l’attività ispettiva andrebbe invece supportata ad ogni livello.
Evidentemente per l’Amministrazione, ma anche per qualche O.S. che ha sottoscritto l’accordo, la funzione ispettiva non è poi così centrale, anche se poi quando si protesta si spinge esclusivamente sulla funzione ispettiva.
– Non è prevista nessuna soluzione immediata per il problema della “percentualizzazione” dell’attività di molti Ispettori del Lavoro. L’accordo prevede infatti semplicemente che coloro i quali, ad una certa data, si trovassero ad avere una percentuale di applicazione non inferiore al 50 per cento, potranno optare per la relativa Famiglia Professionale o, in mancanza, rimanere nella Famiglia di appartenenza (ossia per la maggior parte dei casi in quella ispettiva). Fatto sta, tuttavia, che, in parecchie realtà territoriali (soprattutto quelle più piccole), vi siano colleghi che lavorano in due o più processi, seppure con percentuali inferiori al 50 per cento. Che succederà a questo personale? Verrà “adottato” da due o più Famiglie in percentuale o, come sarebbe più logico e corretto, verrà inserito automaticamente nella Famiglia in cui con prevalenza svolge la propria attività? E, in tale ipotesi, le attività residue svolte fino a quel momento da questo personale da chi verranno portate avanti? Parliamo di attività che fanno parte del Processo Utenza (turno, conciliazioni monocratiche, convalide delle dimissioni, etc.) ma anche del Processo Legale (rappresentanza in giudizio, redazione di ordinanze, etc.), attività dunque di un certo rilievo in termini di impegno. L’Amministrazione è consapevole della situazione effettiva degli Uffici? Verrà data anche a questi Funzionari la possibilità di optare per un’altra Famiglia?
– La mancata soluzione del problema della percentualizzazione e la scelta di non consentire a tutto il personale (ma solo a quello impiegato almeno al 50%) di optare eventualmente per Famiglie diverse da quella Ispettiva, oltre a non consentire una concreta riorganizzazione degli Uffici, soprattutto territoriali, impedendo di fatto al personale ispettivo di tornare a svolgere in pieno la funzione per la quale è stato assunto, non permette neppure di avere un quadro reale e definitivo delle forze in campo tra Ispettori e resto del personale. Ciò determinerà il protrarsi di situazioni “ibride” che, anche sotto il profilo delle progressioni orizzontali, potrà rappresentare, come in passato, un evidente problema di giustizia, in quanto il personale ispettivo, che da anni non svolge (o comunque svolge in misura minima) attività di vigilanza, in quanto adibito chiaramente ad altri compiti, potrà concorrere con coloro che invece realmente hanno svolto e svolgono queste funzioni sul territorio. Si continuerà, inoltre, a presentarsi anche all’opinione pubblica come un Ente in cui l’attività di vigilanza viene svolta da un numero corposo di Ispettori, quando è evidente a tutti che il personale che concretamente opera sul campo è notevolmente inferiore a quello che appare sulla carta. Infine, ci chiediamo come verranno inquadrati i numerosi Ispettori (tecnici ed ordinari) che lavorano nelle Direzioni Centrali o all’interno degli IIL, che, di fatto, non sono adibiti a compiti di vigilanza. Rimarranno di default nelle Famiglie Ispettive o potranno optare per altre Famiglie più aderenti alle loro mansioni? Chi sceglierà poi di rimanere nella propria Famiglia (perché potrà optare in tal senso) procurerà un vuoto di organico nel Processo cui era adibito in percentuale pari o superiore al 50%. L’Amministrazione è pronta a coprire i vuoti che si determineranno oppure chiederà a questo personale comunque di rimanere in più Processi?
– L’accordo non indica funzioni e compiti delle varie Famiglie, ma opera un riepilogo generico delle funzioni e competenze e un richiamo di carattere altrettanto generale ai concetti di “adattabilità” e “flessibilità”, che lascia intendere come, per il futuro, tutti possano (e debbano, se richiesto) fare tutto, in un’ottica di fluidità delle mansioni che, a nostro parere, rappresenta l’esatto contrario della professionalità e specializzazione, che dovrebbero invece caratterizzare la maggior parte delle attività da svolgere negli uffici ed, in particolare, l’attività ispettiva. L’idea di un Funzionario, in particolare ispettivo, che, all’occorrenza, possa servire per svolgere anche ulteriori compiti istituzionali, è un’idea utile, probabilmente, solo per l’Amministrazione (che potrà sopperire in questo modo a costo zero alle proprie carenze), ma non certamente per il diretto interessato. Va bene poter transitare da una Famiglia all’altra, se c’è la volontà del dipendente e ci sono i requisiti necessari, ma l’eccessiva fluidità non rappresenta certamente un elemento favorevole per lo sviluppo professionale del dipendente. Ciò, fermo restando che in questi ultimi 20 anni l’Ispettore del lavoro ha fatto dell’adattamento la propria “ragione di vita”, passando in un attimo da
centralinista a protocollatore, da consulente ad ufficiale di polizia giudiziaria, da formatore ad avvocato, da addetto allo scarto di archivio a usciere. L’adattabilità non spaventa di certo, ma ci saremmo aspettati una maggiore attenzione verso la specificità di alcune figure che operano all’interno dell’ente. La flessibilità sembra, infatti, solo il modo più semplice e sicuro per garantire quel “tappabuchismo” di cui soprattutto gli Ispettori ordinari sono i più alti esponenti, i preferiti dall’Amministrazione, in quanto buoni per ogni stagione e per ogni settore, operai generici del diritto da utilizzare in vari ambiti in caso di necessità.
Eppure, questi Funzionari svolgono attività molto rilevanti che richiedono preparazione e professionalità e producono atti amministrativi di ampia portata ed effetti sui terzi. Nonostante ciò, neppure nel “programma concordato di interventi” – che dovrebbe appunto valorizzare il personale in forza – il ruolo di questi Ispettori viene considerato. Ed allora, viene da chiedersi se siamo in un’Agenzia ispettiva, ossia in un Ente che dovrebbe formare Funzionari ispettivi altamente specializzati nei controlli oppure in un altro Ufficio pubblico, dove effettivamente un impiegato vale l’altro. Dalla lettura dell’accordo e del programma di interventi, non riusciamo a cogliere francamente la peculiarità di questo Ente. Non si tratta di ritenere una categoria migliore dell’altra, ma semplicemente di prendere atto della specificità dei compiti degli ispettori del lavoro, che dovrebbe essere comunque già nota alla Dirigenza.
– Nel programma concordato degli interventi, una sorta di catalogo delle buone intenzioni, si prospetta la possibilità per il prossimo futuro, a seguito di percorsi di “aggiornamento” di passare da una Famiglia all’altra, a richiesta dell’interessato. Ora, non siamo certamente contrari ad una flessibilità di ruoli, ma dobbiamo fare notare che la “tessera ispettiva”, che porta con sé le responsabilità connesse alle funzioni di UPG, non si può certamente acquisire da un giorno all’altro seguendo un corso di “aggiornamento”, ma probabilmente con un percorso più serio, come quello affrontato a suo tempo dagli ex accertatori del lavoro ovvero con un corso concorso riservato agli interni, posto che la “abilitazione” all’esercizio delle funzioni di ispettore del lavoro o tecnico deriva dal superamento di un esame. Non è pensabile, come abbiamo sentito in alcune riunioni, che da un giorno all’altro un Funzionario si svegli e decida di fare l’Ispettore, affiancandosi ad un collega. È un’idea semplicistica e svilente dell’attività che viene svolta sui territori, che richiede preparazione, formazione specifica, tecnica ispettiva, una lunga pratica ed una certa propensione personale. Ma questo il Direttore Pennesi dovrebbe saperlo. Riteniamo dunque che questi percorsi di riqualificazione vadano affrontati con serietà e organizzazione, che al momento sembrano mancare.
– La IV Area appare allo stato priva di contenuti e povera di posizioni (solo una ventina per gli interni). Non è chiaro quali saranno i compiti dei nuovi “Super Funzionari”. Si è ipotizzato un impegno per la realizzazione di non meglio specificati “progetti”, che, tuttavia, come fatto notare da questa O.S., avrebbero, per loro natura, una durata temporanea. Si potrebbe ipotizzare la creazione di una sorta di ruolo della Vice Dirigenza, che potrebbe servire per reggere gli Uffici Territoriali incorporati, ma, allo stato, nulla di preciso viene indicato nell’Accordo, che anche sul punto è una sorta di salto nel buio. Siamo certamente d’accordo sulla creazione di questa IV Area, che rappresenterebbe un’opportunità di sviluppo professionale per (sia pure pochi) colleghi, ma avremmo gradito discutere su una piattaforma concreta, potendo sin da ora avere un quadro chiaro delle funzioni e dell’effettiva utilità di queste nuove figure professionali. Non vorremmo che, sul punto, qualche Organizzazione Sindacale abbia potuto magari ipotizzare, con le sue proposte da discutere nel programma di interventi concordato, di inserire in futuro alcuni Funzionari “abilitati” e di escluderne a priori altri. Riteniamo, infatti, che tutto il personale della III Area debba avere le medesime possibilità, nel prossimo futuro, di transitare nelle Elevate Professionalità, mediante procedure selettive del tutto imparziali e aperte.
– Nell’accordo, non emerge la centralità, spesso sbandierata anche dall’attuale Dirigenza, dell’attività ispettiva, che tuttavia rappresenta il 90 per cento degli obiettivi delle sedi. Una differenza con le altre Famiglie in termini di rilevanza non si percepisce, ma anzi, dando una rapida scorsa alle competenze richieste, l’impressione è che ad altre Famiglie sia riconosciuta una maggiore professionalità di base. È bene ricordare che gli Ispettori del lavoro sono gli unici Funzionari che, all’interno di questo Ente, assumono la responsabilità diretta e personale degli atti che firmano e che sono del tutto autosufficienti, come detto, non solo sul piano operativo, ma anche in termini economici, in quanto si autofinanziano (e finanziano anche il resto delle attività) con la propria attività di carattere sanzionatorio. Si tratta di dati di fatto inconfutabili e non di mere supposizioni, per cui non abbiamo alcuna remora a far presente questa circostanza. Ebbene, per tale motivo, ci saremmo aspettati da parte della Dirigenza (ma anche degli altri Sindacati) un riconoscimento maggiore per le Famiglie ispettive, che sono invece relegate, anche proprio materialmente, in fondo alla lista delle nuove Famiglie. Forse, sfugge la circostanza che questo Ente sia denominato Ispettorato Nazionale del Lavoro e che l’intera attività ruoti intorno a quella ispettiva, delle quali le altre sono un corollario, seppur ovviamente necessario ed importante.
Ci fermiamo qui, ma ci sarebbero tante altre perplessità che ci hanno portato a decidere di non sottoscrivere questo Accordo, arrivato con grande ritardo e che non ci ha convinto soprattutto perché abbiamo avuto la netta impressione, durante i vari incontri avuti, che si vada nella direzione di una valorizzazione e tutela di alcune categorie all’interno dell’Ente, ma non di quella ispettiva nel suo complesso.
Speriamo di sbagliarci e che presto l’Amministrazione dimostri con i fatti di voler dare al personale ispettivo quel riconoscimento non solo economico ma soprattutto giuridico che, considerate le priorità esistenti, si può sicuramente ritenere quasi dovuto. Da questo punto di vista ci meraviglia che un Direttore Generale, con una così rilevante esperienza ispettiva, non si renda conto della situazione complessiva in cui versa la categoria.
Se non vi dovesse essere alcuna evoluzione positiva, probabilmente, la Dirigenza locale e centrale dovrà fare i conti con l’insoddisfazione di chi in fin dei conti realizza gli obiettivi della stessa, senza avere alcuna forma indennitaria, visto altresì il blocco degli incentivi del Fondo Poletti, sul quale attendiamo risposte concrete.
Non si può contare all’infinito sulla buona volontà e sul senso di responsabilità del personale ispettivo.
Nicoletta Morgia

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