TUTTO PUO’ CAMBIARE…
All’inizio del nuovo anno sotto il tiro della solita non “riforma” – non “riorganizzazione” – non rinnovo del contratto del pubblico impiego, la cosa da capire è cosa può e “deve” cambiare.
Tre i fattori determinanti
- Il sindacato che deve assolutamente riprendere il suo ruolo naturale di rappresentante delle esigenze del personale.
- Il personale che deve riacquistare il senso di appartenenza ad un gruppo sociale indipendentemente dall’interesse personale diretto del momento. Perché comunque una cosa è certa: qualunque posizione potrà prendere il sindacato non porterà a niente se non è sostenuto dalla partecipazione attiva della base.
- La bassissima forza contrattuale del personale dei Ministeri, a differenza di altre categorie del nostro stesso Comparto del Pubblico impiego, come la scuola, la sanità, ed i dirigenti, che invece hanno sicuramente una forza maggiore capace di indirizzare le decisioni del governo
Questo è dovuto sia dal tipo di lavoro svolto nei Ministeri che nel 90% dei casi è “fungibile” in tutto o in parte, sia dallo scarso senso di appartenenza alla categoria che ci porta ad essere “attenti ciascuno per il suo”, sia alla demonizzazione del pubblico dipendente creata ad arte dai vari Governi per poi tagliare risorse col consenso della opinione pubblica.
Eh allora direte voi a che serve il sindacato?
Facciamoci una domanda diversa: perché nel privato sono tutti sindacalizzati?
Se fosse solo un problema di categoria o di relazioni sindacali nel privato, dove il datore di lavoro è veramente il “padrone”, la situazione dovrebbe essere ancora peggiore.
La risposta che potremmo darci è che nel pubblico impiego il sindacato non rappresenta più la base, e la base ha smesso di pretendere dal sindacato la rappresentanza dei suoi diritti. Magari con la convinzione che comunque qualcun altro ci penserà e che se non si ottiene nulla comunque la colpa è degli altri
MA GLI ALTRI CHI????
E’ da qui che dobbiamo ripartire.
Ipotizziamo di poter iniziare un percorso tutti insieme sulla base di una proposta cornice da discutere, integrare, modificare nelle assemblee del personale dei nostri Uffici: lavoratori e sindacati tutti per arrivare a dei contenuti concreti iniziando, parallelamente alle proteste nazionali a cui ciascuno aderirà in relazione alle proprie convinzioni sindacali, un percorso di Amministrazione.
A titolo indicativo ecco le proposte scaturite dall’Assemblea, convocata unitariamente da CGIL-CISL-UIL-INTESA F.P., del personale della DTL di Roma del 23 novembre 2015 :
- Organizzare una protesta”propositiva” per dimostrare che il fannullone per definizione non si identifica con il pubblico dipendente
- Formalizzare le criticità del sistema di valutazione del Ministero del Lavoro a cominciare dal fatto che gli obiettivi degli uffici altro non sono che la sommatoria algebrica degli obiettivi individuali dei singoli dipendenti.
- Individuare servizi che abbiamo rilevanza esterna ed organizzare uno sciopero di quei servizi in tutte le DTL e Uffici dell’Amministrazione Centrale in una unica giornata.
Un piccolo spunto di riflessione a tutti voi……
Il Coordinatore Nazionale
Nicoletta Morgia