LETTERA APERTA AL PERSONALE – L’INL ED IL SUO RINNOVAMENTO
In molti uffici del territorio le posizioni di coordinamento, in vario modo denominate, si protraevano da anni nonostante i fisiologici avvicendamenti degli incarichi dirigenziali delle stesse sedi.
Questo andazzo riguardo agli incarichi di coordinamento nelle aree funzionali era da correggere; i provvedimenti legislativi vigenti imponevano una rivisitazione della metodica e dunque, l’INL “ente moderno” non poteva, giustamente, prescinderne.
Fatto il Regolamento sono state dunque bandite le procedure selettive.
La c.d. Agenzia unica ispettiva infatti, mutuando dal modello Agenzie fiscali, dove però oltre ai numerosi centri di responsabilità esiste una ricca dotazione organica e rilevanti risorse economiche, ha oggi concluso le procedure per l’attribuzione di posizioni organizzative dei capi processo.
E già qui qualcosa non torna perché una cosa è realizzare un rinnovamento ponendo fine ad incarichi fiduciari ed a posizioni di responsabilità ultradecennali nel rispetto delle norme anticorruzione, altra è concludere formalmente una procedura per poi confermare quasi tutte le stesse nomine.
Non solo questo però.
L’esigenza di rinnovamento si è ritenuto dovesse riguardare anche le posizioni di team e perciò siamo prossimi ad assistere ad analoga selezione per assegnare i nuovi incarichi di coordinamento intermedi.
Tutto giusto? Ce lo chiediamo da un po’ di tempo.
Se pensiamo all’impatto che queste “innovazioni” hanno sull’attuale contesto in cui versano gli uffici oggi, tutto ci lascia non poco perplessi e maggiori sono le perplessità se guardiamo ai prossimi pensionamenti che trasversalmente riguarderanno il personale dell’area II, oramai di prossima decimazione, e della stessa area III.
Che senso ha prevedere un’invarianza del numero di P.O. (processi e team) se il personale che gli stessi incaricati dovrebbero coordinare è in via di decimazione? Ci sono uffici che contavano 150 unità e che si ridurranno a breve a meno di 60 risorse.
Si è posto INL il problema del rapporto tra numero effettivo di risorse e delle posizioni di responsabilità prima di mettere a bando ben 350 posizioni di team?
Forse il problema alla dirigenza INL non interessa e nemmeno si pone visto che questi incarichi saranno pagati dal Fondo del personale.
Strano che l’INL non si interroghi su quante posizioni di responsabilità realmente occorrano ed a quanto debba ammontare un compenso congruo e, soprattutto, da dove ricavarlo.
Già si assiste ad analoga incongruenza con gli RSPP.
Forse perché, nei fatti, il “rinnovamento” del quale dovrebbe essere consapevole artefice INL è solo apparente, diremmo formale, e questa avvilente metodica procedimentale poi, convulsa e scarsamente armonizzata, è la cifra della visione che INL ha di sé.
INL è consapevole, o dovrebbe certo sapere, per esempio, che in taluni uffici territoriali i capi processo ed i capi team fanno il lavoro del dirigente (vuoi perché spesso assente ovvero, peggio, perché non in grado), accondiscendendo a che tutto continui ad andare avanti così omettendo intervenire sul dirigente stesso, a monte, ed accettando, a valle, che chi ne ricopre in concreto le funzioni acceda ad un riconoscimento economico irrisorio.
Alla domanda se per gli incarichi di posizioni organizzativa non si potesse prevedere un capitolo di spesa ad hoc (indipendente dall’FRD) per garantirne un compenso congruo, l’INL risponde che “ciò è previsto dal Contratto Collettivo Nazionale”!!!
Ebbene, ma non siamo affatto persuasi, se ciò, da una parte, inibisce le opportune iniziative legali, dall’altra, non si può sottacere che non certo preclude ad INL di avviare “innovazioni” in modo meno barbaro ed iniquo.
Ma l’INL il Contratto Collettivo Nazionale lo applica “a piacere” e va avanti a testa bassa costruendo sulle macerie.
Del resto cosa mai aspettarsi da certa dirigenza centrale che sconfessa con interpretazioni arzigogolate, talvolta, anche la ratio delle previsioni normative più chiare? Ci riferiamo, in particolare, all’ultima nota sull’anticorruzione dove, nel goffo tentativo di difendere le aperte contraddizioni nelle scelte operate, INL è finito a negare il senso delle norme che imponevano l’avvicendamento!
Conforterebbe un po’ apprendere che il progetto INL preveda ampie facoltà assunzionali nei prossimi 2022/23, e che tutte le figure e le professionalità presenti, siano valorizzate e riescano a trovarsi a loro agio all’interno di un’Agenzia che punti su di loro e sull’alta specialità di cui essi sono capaci per caratterizzare, ancor più, statura di ente leader nel comparto e naturale mission, stiamo parlando degli Ispettori ordinari e tecnici.
Questa categoria gode di così scarsa considerazione in un Ispettorato Nazionale del Lavoro al punto da agognare, in modo sempre più globale, di transitare in altra Amministrazione.
La nostra riflessione ci porta nuovamente a rilevare, oltre al fatto che siamo nati con una coperta troppo corta, che INL è riuscita tuttavia a partorire una struttura centrale ipertrofica ai massimi livelli (paragonabile ad un Dicastero) in cui vi è assenza di ragionevole regìa, molta approssimazione oltre che, ahinoi, ben poca trasparenza.
Tutto questo porta, complici logiche tutt’altro che inclusive, a faide e contrapposizioni tra categorie di dipendenti per via di un’architettura mal congegnata, figlia di scelte strategiche poco lungimiranti; e ciò accade, sin dal principio, anche quando le premesse per porre le basi per un assetto snello e funzionale potevano esserci, anche al netto dell’odiosa logica del costo sotto zero.
Vorremmo che i dipendenti si sentissero coinvolti e gratificati nel progetto INL, coesi e orgogliosi gli uni degli altri e non invece dello stesso succubi e prigionieri.
Per tutto ciò chiediamo, a nome dei dipendenti tutti ed anche di una certa illuminata dirigenza, maggiore attenzione a non disperdere professionalità che di certo vi sono all’interno, a preservare gli indispensabili livelli occupazionali ed a coltivare l’ambizione di una visione unitaria ed unificante, nel segno di una tensione verso l’eccellenza in cui l’INL sia l’Autorità dei diritti da garantire e non degli anacronistici privilegi da mantenere.
Coordinatore Nazionale
Nicoletta Morgia