A PROPOSITO DI PREPOSTI E RSPP
FLASH N.38 2022
Dovrebbe essere ormai noto, anche ai vertici dell’INL, l’importanza dell’informazione e formazione in materia di sicurezza nei luoghi idi lavoro, calibrata su ruoli e specificità, partendo dal datore di lavoro fino ad arrivare ai lavoratori, e questo a prescindere dalla tipologia di lavoro, di luogo o di settore privato o pubblico che dir si voglia.
Importanza ulteriormente rafforzata a seguito delle ultime modifiche apportate al Testo Unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, con le quali si è ancor di più rimarcato l’obbligo del datore di lavoro o del dirigente di “individuare il preposto o i preposti per l’effettuazione delle attività di vigilanza di cui all’articolo 19”. L’attività di vigilanza in capo al preposto si esplica, in particolare, nel:
- sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di rilevazione di comportamenti non conformi alle disposizioni e istruzioni impartite dal datore di lavoro e dirigenti ai fini della protezione collettiva e individuale, intervenire per modificare il comportamento non conforme fornendo le necessarie indicazioni di sicurezza. (lett. a);
- segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta (lett. f);
- in caso di rilevazione di deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e di ogni condizione di pericolo rilevata durante la vigilanza, se necessario, interrompere temporaneamente l’attività e, comunque, segnalare tempestivamente al datore di lavoro e al dirigente le non conformità rilevate (lett. f-bis).
Quindi, sostanzialmente, il preposto è una figura a supporto del datore di lavoro (nel nostro caso, i dirigenti degli uffici), come lo sono il dirigente (figura prevenzionistica praticamente assente nei nostri uffici), il medico competente e il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Per prassi consolidata, nella nostra amministrazione il medico competente è nominato esternamente, tramite incarico specifico a titolo oneroso, mentre l’RSPP viene, in genere, individuato tra i lavoratori dei nostri uffici, in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa vigente. Nella maggioranza dei casi, al fine di perseguire la ormai nota filosofia del “costo zero”, tale figura è rappresentata da ispettori tecnici in possesso di un titolo di studio tecnico (principalmente, laurea in ingegneria o architettura), per effettuare tout court la valutazione dei rischi e la redazione del relativo documento, che invece dovrebbe essere prerogativa ed onere del datore di lavoro. Pertanto, l’RSPP nominato si assume rilevanti responsabilità insite nel ruolo, finanche essere eventualmente indagato penalmente per eventuali infortuni che possono accadere ai lavoratori.
Pur tuttavia, nonostante la pregnanza del ruolo:
- nulla viene previsto nelle schede individuali per la valutazione della performance;
- non viene fornito nessun strumento di supporto (accesso a banche dati specifiche a supporto della valutazione dei rischi, software, etc.);
- spesso non viene concesso il tempo necessario per svolgere tale ruolo, considerato il carico di lavoro che, in genere, viene affidato agli ispettori;
- non viene concessa la possibilità di partecipare a corsi di formazione, anche gratuiti, utili per un più efficace svolgimento di tale ruolo;
- non è prevista nessuna assicurazione per il ruolo e le relative responsabilità;
- da qualche anno viene riconosciuta una quota economica all’interno del Frd, in 400€ lordo amministrazione, quindi poco più di 200€ netto dipendente. Quindi, oltre alla pochezza economica del quantum si pone un costo che dovrebbe essere del datore di lavoro a carico dei lavoratori.
Quindi, una scarsa considerazione del ruolo di RSPP che appare coinvolgere, in modi e forme, la rinnovata ed obbligatoria figura del preposto.
Tanto premesso, questa OS ha sempre ritenuto giusto che tale ruolo sia valorizzato e giustamente indennizzato delle responsabilità che si assume. Ci appare, però, abbastanza strana la situazione per cui non si riescono a reperire maggiori risorse per l’RSPP interno ed, invece, con gran facilità, vengono retribuiti i professionisti esterni con diverse migliaia di euro l’anno (cfr. Il portale trasparenza se ne vedono diversi retribuiti con diverse migliaia di euro si notano anche incarichi per aggiornamento degli RSPP, anche se l’INL nel 2018 ne ha attivato e pagato uno specifico).
Perché non pensare di far tendere l’indennizzo dell’RSPP interno alle retribuzioni di quelli esterni, magari attingendo agli stessi fondi usati per il compenso (giusto) degli RSPP esterni?
Insomma, come sempre accade in INL, per il personale interno si evoca la disavventura di appartenere ad un Ente nato con il “costo zero”, mentre per le professioni esterne non si bada a spese.
Nessuna sollecitazione volta al miglioramento della situazione è mai stata presa in considerazione!!!
A questo punto non resta che consigliare ai colleghi RSPP interni di rassegnare le dimissioni senza ulteriore indugio.
Parimenti si esorta tutto il personale a non accettare l’incarico di preposto destinato ad avere lo stesso trattamento vergognoso riservato agli RSPP da sempre, visto che il citato art. 18, come recentemente novellato, prevede che spetta ai contratti e agli accordi collettivi di lavoro stabilire l’emolumento spettante al preposto
Continuare a rimanere supini di fronte a tutto ciò denota scarsa consapevolezza del ruolo, resa incondizionata allo status quo, il semplice lamentarsi in ogni dove non serve a nulla.
Meditate RSPP e Preposti, meditate!!!!!!!
Coordinatore Nazionale
Nicoletta Morgia